Una credenza piuttosto diffusa, benché errata, vuole che gli arbusti debbano essere potati, e drasticamente, ogni anno. Questo spesso prende la forma di una «rasatura» o implica un massacro di rami per mantenere la pianta entro limiti ragionevoli, col risultato di avere un esemplare brutto, deforme e con pochi o nessun fiore. E da preferirsi l’altro caso limite: non potare assolutamente l’arbusto. Molti arbusti spoglianti e la maggior parte dei sempreverdi cresceranno e fioriranno soddisfacentemente senza potatura alcuna, a condizione che ci sia abbastanza spazio perché possano svilupparsi e che il suolo sia discretamente fertile. Ci sono tuttavia alcuni casi di arbusti che traggono giovamento da una potatura corretta, in quanto fioriscono regolarmente e abbondantemente oltre ad avere una vegetazione e un fogliame sani e vigorosi. Queste stesse specie, se non potate possono ancora fiorire abbastanza bene, ma la qualità e la quantità di getti e dei fiori è misera in confronto agli esemplari potati correttamente.
Risulta essere quindi importante capire i principi di base della potatura e sapere come si sviluppa e fiorisce la pianta in questione, soprattutto l’età dei rami su cui germogliano i fiori. Anche la sistemazione di un arbusto nel giardino è connessa alla potatura: non bisogna mai cercare di far stare in uno spazio limitato un arbusto che raggiunge naturalmente grandi dimensioni e per il quale sia necessaria una potatura costante. Questo può sembrare ovvio, ma si vedono spesso grandi arbusti potati diverse volte all’anno perché si adattino a stare in una certa posizione. Ne risulta una pianta brutta, con un ammasso di rami e praticamente nessun fiore. Quindi, se si vuole far crescere un filadelfo (Philadelphus) in un luogo in cui non può raggiungere più di un metro di estensione, conviene scegliere un «Manteau d’Hermine» (cm 90 x cm 90) o un «Erectus» (cm 1,5 x cm 90), piuttosto che un «Burfordensis» (m 3,6 x m 1,8), che è troppo grande. Se l’arbusto va potato, anche la nutrizione e l’innaffiamento sono importanti perché possa produrre una vegetazione sana e vigorosa nel giro di qualche anno. Potando un qualsiasi arbusto, se è coltivato per i fiori, i frutti, le foglie o la bellezza dei fusti in inverno, cercare di ottenere il massimo effetto decorativo. La tecnica di potatura varierà a seconda dell’arbusto in questione e dell’effetto desiderato. In alcuni casi un arbusto può essere potato in maniere diverse per ottenere risultati diversi. Le varietà a foglie purpuree dello scotano (Cotinus coggygria), ad esempio, possono praticamente non essere potate perché si formino arbusti larghi m 3-3,5 apprezzati per il fogliame colorato e per le infiorescenze che prendono l’aspetto di una capigliatura piumosa e leggera; oppure si possono potare drasticamente ogni primavera le piante giovani, perché si formino arbusti più piccoli con masse di lunghi fusti non ramificati con grandi foglie d’un colore porpora vivo.
Cercare anche di dare alla pianta una forma e un aspetto d’insieme belli e ben proporzionati e di conservarla tale. Molti arbusti hanno per loro natura una struttura armoniosa e proporzionata e non richiedono che l’eliminazione occasionale dei rami mal distribuiti che alterano la simmetria.
Altri sono «indisciplinati» e possono crescere più scomposti, presentando un aspetto asimmetrico con rametti esili e deboli su un lato e rami forti sull’altro. Per riacquistare una forma aggraziata, hanno bisogno di essere potati: potare leggermente tutti i rami forti (a) per avere una crescita moderata, mentre i rami deboli (b) vanno potati molto per stimolare getti vigorosi, che aiuteranno a riequilibrare la forma (c). Non potare molto i rami forti (d) e poco quelli deboli (e) perché siano tutti della stessa altezza, in quanto sarebbero prodotti ulteriori rami forti dalla parte potata molto ma non dall’altra, accentuando così, invece che diminuire, l’asimmetria (f). In molti arbusti, anche se non tutti, la potatura dovrebbe anche stimolare la produzione di getti vigorosi alla base o in prossimità per mantenere la pianta vitale e provvedere alla sostituzione dei rami più vecchi con nuovi rami. Questo assicura anche una distribuzione uniforme dei fiori sulla pianta e impedisce che diventi spoglia alla base e troppo folta in alto. Le eccezioni sono arbusti come l’acero giapponese, l’amamelide e la maggior parte dei sempreverdi.
Gli arbusti devono essere tenuti in buone condizioni di salute: è quindi obbligatorio per tutte le piante eliminare e bruciare tutta la vegetazione malata o rovinata nel più breve tempo possibile.
I tagli di potatura. Tutti i tagli vanno fatti correttamente, come è mostrato; i tagli mal fatti possono portare ad avvizzimento o malattie della pianta. I tagli dovrebbero essere fatti appena sopra una gemma o un getto rivolti verso l’esterno o una coppia di gemme opposte vigorose, in modo che i getti risultanti siano in posizione adeguata rispetto all’altra nuova vegetazione cresciuta.
La recessione. A volte i rami degli arbusti con foglie variegate possono subire una recessione e . tornare al tipo originario con le foglie verdi della specie in questione. Se ciò accade, è estremamente importante eliminare i rami non variegati non appena li si individua. Infatti, essendo spesso più robusti di quelli variegati, lasciandoli finirebbero per diventare dominanti come i succhioni e alla fine l’arbusto tornerebbe quasi totalmente al tipo con le foglie verdi. Tra gli esempi si possono citare l’Elaeagnus pungens «Maculata» e la Kerria japonica «Picta».
Gli arbusti appena piantati. Provenendo da un vivaio o da un centro botanico, gli arbusti dovrebbero tutti avere una bella forma ed essere compatti, con un sistema radicale forte (a) e non essere sbilenchi (b). La maggior parte dei sempreverdi non dovrebbe richiedere alcuna potatura all’impianto, eccetto l’eliminazione dei getti rovinati o la cimatura di un ramo ribelle. Gli arbusti spoglianti come la deutzia possono presentare qualche ramo debole che andrà subito eliminato per stimolare getti basali forti. Anche i getti terminali vanno spuntati leggermente a una gemma o a una coppia di gemme forti. A volte è necessaria una potatura iniziale più radicale. Per i dettagli vedere i singoli gruppi.
I succhioni. Malgrado molti arbusti moderni siano riprodotti vegetativamente da talee e abbiano radici proprie, alcuni vengono ancora innestati. Questi ultimi a volte possono produrre succhioni dal portainnesto, che vanno eliminati immediatamente. Bisogna risalire fino al punto d’origine del succhione, che va tagliato o staccato con cautela, in modo da eliminare contemporaneamente anche le gemme dormienti alla base di ogni succhione. Tagliarli a livello del suolo porterebbe solo alla produzione di un gruppo di succhioni da parte delle gemme dormienti; lasciandoli, i succhioni finirebbero per avere gradatamente il sopravvento sulla pianta innestata.
La formazione iniziale. La maggior parte degli arbusti produce molti getti basali vigorosi per uno o due anni dopo il trapianto; questi getti formeranno l’impalcatura di base dell’arbusto ed è importante assicurarsi che siano uniformemente distanziati: spesso possono essere troppo vicini o intrecciarsi e, lasciandoli così, altererebbero l’equilibrio e la simmetria generali dell’arbusto (c). Se ci sono getti in eccesso o mal distribuiti, tagliarli (d) con le cesoie. Risulta essere estremamente importante eseguire quest’operazione su arbusti che, una volta invecchiati, non rinnovano naturalmente la loro vegetazione con nuovi getti basali, ma formano un’impalcatura legnosa permanente che si estende e fiorisce alla periferia. Esempi di arbusti che rientrano in questa categoria sono la magnolia, l’amamelide e molti sempreverdi, tra cui i rododendri e le camelie.
In molti casi è consigliabile mantenere la forma degli arbusti spoglianti vuota al centro, per permettere all’aria di circolare, evitando condizioni d’aria stagnante che favoriscono il diffondersi di malattie. Molti arbusti a foglia caduca, come l’acero giapponese e l’Acer palmatum formano spontaneamente una rete intricata di ramoscelli incrociati. Eccetto l’eliminazione del legno malato, la potatura, dopo uno o due anni iniziali, non è necessaria né consigliabile, in quanto può rovinare il portamento naturale della pianta: per gli arbusti con questo portamento la potatura dei rami intricati dovrebbe limitarsi alla formazione iniziale.
La potatura delle radici. È eseguita raramente sugli arbusti ornamentali, ma a volte è utile per frenare la crescita eccessiva della chioma e, più precisamente, nella preparazione di arbusti grandi per il trapianto.