In questa guida spieghiamo come e quando potare gli agrumi.
Gli agrumi sono conosciuti da tempo antico, sembra risalgano persino alla preistoria. Sono alberi sempreverdi che raggiungono, secondo le specie e le varietà, m 2-5 d’altezza e anche più. La durata della pianta varia a seconda delle specie, delle varietà, delle condizioni ambientali e della tecnica colturale: è minima per il cedro (25-50 anni), massima per l’arancio (80 anni e più).
In Italia gli agrumi hanno assunto una notevole importanza agraria: trovano le condizioni più favorevoli in Sicilia, ma vegetano bene anche in Calabria, in Campania e in Sardegna. Si coltivano anche nella riviera ligure, in località difese dai venti e favorevolmente orientate; si trovano anche lungo il Garda, dove però richiedono speciali protezioni e hanno ormai una scarsa importanza.
Il clima ha un ruolo di prim’ordine per la coltivazione degli agrumi: sono molto sensibili al freddo. Tollerano temperature di 0° C o leggermente più basse e sopportano quelle elevate (40° C) ma per brevi periodi. Sono anche sensibili al vento e sono perciò molto utili i frangivento, tipo cipressi, eucalipti e tamerici. Una pianta d’agrume abbandonata a sé stessa fin dai primi anni tende a produrre un gran numero di rami d’impalcatura che s’ostacolano l’un l’altro, la chioma s’ispessisce e il centro si spoglia, i rami laterali prendono il sopravvento sullo sviluppo della cima (getti guida) della pianta, quindi la forma diventa irregolare. Conil passare degli anni molti rami deperiscono e ingombrano l’albero con un gran numero di rametti secchi e i raccolti diventano irregolari. La potatura è quindi un male necessario: ritarda la messa a frutto e lo sviluppo e limita la produttività e la vita degli alberi, ma, coordinata con le altre operazioni colturali, in particolare la concimazione, la potatura deve concorrere a realizzare rapidamente il massimo sviluppo possibile di una chioma solidamente impalcata ed eliminare tutti i rami malati, deboli o danneggiati e non in grado di portare frutti normali. Gli agrumi comunque richiedono potature leggere e non tollerano grossi tagli.
Ci sono dei principi generali sempre validi, da cui non si può prescindere: 1. Il grado di potatura di una pianta d’’agrume dipende dal vigore dell’insieme dei getti dell’anno precedente: potare l’albero tanto più drasticamente quanto più i getti sono deboli. La potatura cresce d’importanza man mano che gli alberi invecchiano e s’indeboliscono. 2. Il grado di potatura delle singole branche dipende dal vigore rispettivo delle parti da equilibrare: potare più drasticamente i rami vigorosi 3. Non dimenticare che i getti verticali tendono a diventare molto vigorosi a scapito dei rami penduli. La potatura d’equilibrio non è molto impegnativa quando le piante sono adulte: gli agrumi tendono a produrre getti vigorosi più di ogni altro albero da frutto e anche quando alcuni rami prendono una posizione verticale, un’abbondante produzione non tarda a incurvarli sotto il peso dei frutti e farli tornare in posizione normale. 4. Il carattere vegetativo principale degli agrumi si distingue per la formazione in prossimità della cima dei rami, sul punto di taglio, di molteplici getti molto fitti che vanno diradati per evitare che diano origine a una vegetazione troppo compatta. Questa tendenza presenta una grande variabilità a seconda delle specie: è molto accentuata nei clementine e nei mandarini, quasi non si nota nei limoni. Come regola generale, si dovranno sfoltire le ramificazioni troppo numerose. A differenza di quanto avviene nelle specie fruttifere spoglianti, è raro che i rami degli agrumi diventino eccessivamente lunghi senza ramificarsi: i succhioni stessi producono getti laterali non appena arrivano all’esterno della chioma. 5. Per conservare l’albero vitale, produttivo e in buone condizioni di salute bisogna sostituire i vecchi rami deboli che non fruttificano sufficientemente con nuovi getti giovani e vigorosi. 6. Tutti i getti verticali eccessivamente vigorosi che non servono per riempire un vuoto dell’impalcatura rischiano di ostacolare senza profitto le parti fruttifere: devono quindi essere eliminati non appena si possono identificare. Invece si può non recidere un succhione se si trova nella posizione giusta e sceglierlo come ramo di sostituzione.
A differenza delle altre specie da frutto, la fruttificazione dei succhioni degli agrumi non è ritardata. Troppi succhioni indicano uno squilibrio vegetativo dovuto il pìù delle volte a una potatura troppo drastica; troppo pochi succhioni indicano che si è stati eccessivamente prudenti: non si ripeterà mai abbastanza che la severità della potatura è inversamente proporzionale al vigore della pianta. La potatura ha tre obiettivi principali: innanzitutto con la potatura di formazione si costituisce un’impalcatura vigorosa, solida, ben equilibrata e arieggiata; in seguito con la potatura di produzione si costituiscono dei rami fruttiferi giovani, di medio vigore, il cui numero dipende dalla forza vegetativa dell’albero; infine con la potatura di rinnovamento si sostituiscono i rami vecchi ormai esauriti con rami giovani e vigorosi.
L’impianto
Le stagioni più adatte per l’impianto sono l’autunno e la primavera, da marzo in avanti (il limone in genere nei primissimi giorni di agosto). Quando arriva la pianta dal vivaio (di uno o due anni d’innesto) ci dovrebbe già essere una prima impalcatura regolare ben formata, composta di 3-4 rami disposti il più possibile equidistanti tra loro, in modo da formare una specie di verticillo. All’impianto tagliare tutte le radici troppo lunghe o rovinate. Se non è ancora stato fatto, accorciare i rami ed eliminare tutti i rametti rovinati. Se la parte aerea è troppo folta, diradare un po’ i rami, in modo da conservare più getti terminali. Dopo il trapianto possono spuntare dei nuovi getti, che vanno lasciati, meno che sull’arancio amaro. Accorciare i getti quando hanno raggiunto cm 25-30 di lunghezza.
La potatura di formazione
Per la loro tendenza a ramificare gli agrumi producono una gran quantità di rami principali tutti serrati l’uno contro l’altro: limitare il numero delle branche dell’impalcatura, in modo che quelle che rimangono siano più forti. Attualmente gli agrumi sono allevati a globo: si tratta di un vaso pieno, avente cioè ramificazioni principali anche nella parte centrale. Questa forma è adatta per le zone calde, dove l’insolazione assai viva si prolunga per molte ore del giorno e la fotosintesi clorofilliana avviene normalmente anche se le foglie sono parzialmente ombreggiate. Inoltre ci sono altri vantaggi: il tronco corto e i rami si trovano al riparo dal sole (per evitare scottature della corteccia); la vegetazione è più bassa, quindi facilita le varie operazioni di potatura e di raccolta dei frutti; la forma compatta dell’albero lo rende meno sensibile al vento.
L’anno successivo a quello dell’impianto, si sviluppano molti getti; scegliere, su ognuna delle 3-4 branche primarie formate in vivaio, un paio di getti laterali vigorosi e in buona posizione che vanno accorciati quanto basta. Questi getti che si lasciano devono però trovarsi sufficientemente vicini tra loro e tendere a inclinarsi verso la periferia e non verso il centro della pianta. Si formerà così il secondo piano dell’impalcatura, che va trattato esattamente come il primo per quanto riguarda i getti secondari, in modo da formare il terzo piano dell’impalcatura. Le cimature dei vari rami devono sempre essere scaglionate, in modo da interessare pochi rami per volta, perché è necessario lasciare all’albero un numero sufficiente di getti in via d’allungamento. Eseguire le cimature principali durante le pause vegetative, a intervalli di 10-15 giorni, e non prima che i getti abbiano raggiunto una lunghezza di cm 20-25. i Col passare degli anni il vigore dell’albero diminuisce e questi tagli possono essere più distanziati. La potatura invernale li sostituisce gradualmente per eliminare i getti in eccesso. In estate si tengono sotto controllo solo i succhioni e qualche raro getto troppo vigoroso. Cercare sempre di impedire alle parti alte di svilupparsi eccessivamente a scapito della parte bassa. Avere sempre ben chiaro in mente che una pianta giovane potata troppo severamente entra in produzione notevolmente più tardi. Per quanto riguarda l’epoca la potatura di formazione va eseguita durante tutto l’inverno; gli interventi più drastici vanno portati a termine di preferenza alla fine dell’inverno.
La potatura di produzione
Gli agrumi, a differenza degli altri alberi da frutto, fruttificano con facilità. Tuttavia la potatura deve instaurare e mantenere un giusto equilibrio tra vegetazione e fruttificazione, due fattori che sono sempre in opposizione: bisogna raggiungere uno stato d’equilibrio capace di procurare una vegetazione media e una fruttificazione normale poiché l’albero deve dare raccolti abbondanti ma anche nuovi getti che garantiscono le produzioni future. Se l’albero è molto vigoroso e poco produttivo, conviene intervenire con la decorticazione anulare piuttosto che con la potatura. Punto importantissimo: la concimazione. Potatura e concimazione sono complementari: si concima molto per tagliare poco.
La potatura di produzione deve essere molto parca, evitando grossi tagli che sono tollerati male da tutti gli agrumi, in particolare il mandarino e l’arancio. In una razionale potatura di produzione conviene iniziare il lavoro dall’interno della chioma, asportando i rami malati o danneggiati e i succhioni e diradando i rami eccessivamente fitti o mal distribuiti con un potatore telescopico. Si interviene poi nella parte più alta della chioma, riducendo il numero dei succhioni e dei rami molto vigorosi, in modo da alleggerire le cime. Si procede quindi alla potatura della regione periferica esterna della chioma, asportando i rami secchi e diradando i rametti fruttiferi troppo fitti, molto frequenti negli agrumi.
I rami fruttiferi nascono sul legno dell’anno precedente e perlopiù verso la loro estremità. Fruttificano l’anno seguente alla loro formazione e la fruttificazione è terminale. A fruttificazione avvenuta, dai rami da frutto si sviluppano nuovi rami dello stesso tipo. Con la potatura bisogna quindi eliminare i rami che hanno già fruttificato. Ogni due o tre anni, e specialmente dopo un’annata di carica, si dirada un po’ la chioma eliminando un limitato numero di rami di due o tre anni, per evitare un eccessivo infittimento.
Una potatura di produzione ben condotta dà origine a rami di medio vigore. Ora due parole sulle potature delle diverse specie e varietà di agrumi. | principi di base valgono sempre per tutti gli agrumi; tenere sempre presente che fertilità e grado di potatura sono direttamente proporzionali. A parità di stato vegetativo, per esempio, le varietà «Double-Fine» e «Washington» sanguigno, a forte produttività, andranno potate più drasticamente della varietà «Shamouti», che è meno fruttifera. Bisogna fare molta attenzione alle specie che hanno tendenza all’alternanza (mandarino); per prevenire una produzione eccessiva si può al limite eseguire una leggera potatura equilibratrice per diradare i frutti.
Per gli agrumi che tendono a mettere succhioni (limone, arancio Navel, a volte il clementine e il mandarino) si deve prestare particolare attenzione soprattutto i primi anni, per eliminare tutti i getti superflui prima che si sviluppino a scapito degli altri. A questo proposito bisogna tenere d’occhio soprattutto gli aranci Navel, che hanno una spiccata tendenza a mettere succhioni che fruttificano con facilità e che perciò non bisogna recidere. In queste varietà i succhioni diventano produttivi molto precocemente e, per il peso dei frutti, si curvano; sulla curvatura mettono nuovi succhioni che conviene mantenere per sostituire la parte pendula che s’esaurirà rapidamente, vista la spiccata attitudine alla fruttificazione. Il limone, in particolare, è rifiorente: la vegetazione è continua e si susseguono varie produzioni. Accade quindi spesso che la potatura si esegue mentre la pianta porta ancora i frutti in via di maturazione; in questo caso le diverse specie di rami inutili o inutilizzabili si scorgono molto bene e quindi l’operazione è più semplice. Eseguire la potatura di produzione tra il raccolto e la fioritura, in un periodo di riposo vegetativo; più comunemente si interviene quando la fioritura è in atto, poiché in tale epoca minori sono le possibilità di gelate tardive e più facile è la scelta dei rami da eliminare. L’eliminazione dei succhioni, invece, va effettuata in estate. Potare gli aranci di varietà tardive e il limone rifiorente in estate, immediatamente dopo il raccolto, approfittando di un periodo di riposo vegetativo. Tenere presente che per gli agrumi c’è un periodo di assopimento sia per le temperature basse che per le temperature eccessive (luglio, agosto, e settembre).
La potatura di rinnovamento
Va eseguita quando l’impianto è ormai vecchio ed esaurito, ma ancora in grado di riprendersi. Accorciare notevolmente i rami dell’impalcatura per costituire una nuova ramificazione: gli agrumi mettono facilmente rami nuovi sul legno vecchio.